L’inconcludente G8 ambiente di Siracusa

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«Siamo tutti incoraggiati dalla nuova posizione degli Usa assunta da Obama – ha esordito ieri durante la prima giornata del G8 ambiente di Siracusa il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo – è un segnale importante sui temi dell’ambiente e della tecnologia. Anche la sua amministrazione ha scelto di puntare sulle tecnologie a basso contenuto di carbonio». Quell’«anche» lascerebbe intendere che pure il nostro governo è orientato su questa strada. Niente di più falso. Ad iniziare proprio dall’orientamento della ministra che inneggia alla realizzazione, in Sicilia, di ben quattro inceneritori e di una centrale nucleare. Per non parlare delle grandi opere, et similia, su cui il governo continua ad insistere.
Il paradosso di tutto questo si concentra nella scelta di uno degli «sponsor ufficiali» di questo G8: un’acqua minerale, la veneta San Benedetto. Bottiglie di acqua sono servite generosamente dalla giornata di ieri con un escamotage poco credibile, ossia l’etichetta «eco friendly» che vi è stata apposta. Che vuol dire tutto ciò? Che le bottigliette sono state prodotte con meno plastica, il meno 30 per cento. Sempre di plastica si tratta però. Non sarebbe stato meglio offrire brocche d’acqua fresca di rubinetto? Chissà cosa direbbe la Ninfa Aretusa tramutata in una limpida fontana che tutto il mondo conosce e che si trova proprio qui, a Ortigia.
La scelta poi di allestire la sala stampa con materiale riciclato è una magra consolazione. Sedie e tavoli realizzati con cartone riciclato e un ufficio stampa che non emetterà comunicati su carta ma soltanto on line, a cosa serviranno se non verranno siglati accordi concreti, ad esempio per limitare i danni dei cambiamenti climatici, tutelare la biodiversità, minacce serie per l’umanità?

A ben vedere il nostro governo che anche sul protocollo di Kyoto ha chiesto di «non essere così fiscali» a causa della crisi, ha presentato una mozione approvata in Senato pochi giorni fa, nella quale la negazione delle emergenze ambientali la fa da padrone. Nella mozione, firmata da 37 senatori della Pdl, tra cui il presidente della Commissione ambiente del Senato Antonio D’Alì, si nega che «il livello dell’acqua negli oceani non sta aumentando a ritmo preoccupante», si afferma che «i ghiacciai basati su terraferma nelle calotte polari non si stanno sciogliendo», che «il numero e l’intensità dei cicloni ed uragani tropicali non sta aumentando» e che «negli ultimi dieci anni la temperatura media al suolo dell’atmosfera terrestre non risulta aumentata». Per fare pochi esempi.
«Non è per niente chiaro quali saranno le conclusioni di Siracusa e, a dire il vero, ci preoccupa il fatto che venga promosso ufficialmente come primo risultato l’accordo siglato ieri fra un’azienda, l’Enel, e un paese, l’Australia, per lo stoccaggio di anidride carbonica [CO2] – ha commentato Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia – Lo stoccaggio della CO2 è necessario ma la green economy è altro, come indicano anche le dichiarazioni di ieri del presidente Obama. Né sono chiare le intenzioni dei ministri in materia di biodiversità, a fronte delle nostre richieste di mettere l’uso sostenibile delle risorse naturali al centro delle politiche mondiali, anche economiche: era in programma alle 13 una conferenza stampa, per ora rimandata. Insomma, speriamo che questo vertice non si riduca solo a qualche buon accordo economico tra privati».
Poi c’è la questione dei fondi di adattamento e per lo sviluppo sostenibile che non ha convinto le Ong che per la prima volta si sono sedute allo stesso tavolo con i ministri dell’Ambiente del G8 e dei paesi a economia emergente. Secondo un rapporto diffuso da Oxfam International, partner dell’Ong italiana Ucodep, nel 2015 potrebbero essere 375 milioni le persone colpite ogni anno da calamità legate al cambiamento climatico, con un aumento di almeno il 50 per cento rispetto alla media attuale di 250 milioni l’anno.

Soluzioni concrete e un profondo cambiamento culturale e politico, chiedono i movimenti riuniti a Siracusa «G Tutti» e «Contro G8», un cartello formato dai centri sociali, associazioni, sindacati di base, Rifondazione comunista e Pdci, sceso in piazza oggi per una contromanifestazione partita da piazza Sgarlata dietro lo striscione «Un attacco contro il futuro dell’isola il G8 ambiente, non pagheremo la vostra crisi con la nostra terra». Il corteo, formato da un migliaio di persone a cui si sono uniti anche alcuni rifugiati nordafricani che chiedono alla Prefettura e alla Questura di fornire loro i documenti, è partito nel primo pomeriggio in una Siracusa blindata e guardata a vista da un considerevole schieramento delle forze dell’ordine. «A otto anni dalla rivolta di Genova gli otto grandi troveranno ad attenderli, con la stessa determinazione di sempre, i movimenti che hanno riempito le piazze di tutto il mondo per opporsi al neoliberismo, allo sfruttamento, alla guerra, alla devastazione del pianeta», si legge sul sito nog8sicilia.org.

La kermesse del G8 ambiente. Si inizia domani a Siracusa

castello_maniace_041La zona rossa è allestita e guardata a vista dagli agenti in borghese, carabinieri e poliziotti in divisa pattugliano le strade, al Castello di Maniace – dove si incontreranno i grandi inquinatori della terra – non ci si può avvicinare neanche a piedi, le scuole chiuderanno Si presenta così Siracusa oggi, vigilia del G8 ambiente.
Fino a venerdì 24 aprile i temi sul tavolo oggetto di discussione dei ministri dell’ambiente del G8, insieme a Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto e Repubblica Ceca, saranno la lotta ai cambiamenti climatici e la conservazione della biodiversità. Obiettivo del summit quello di «lanciare un importante messaggio politico sulla biodiversità e sul rapporto tra salute e ambiente, in particolare per i bambini, oltre a facilitare il dialogo sul tema dei cambiamenti climatici in vista della Conferenza di Copenhagen che, nel dicembre di quest’anno, dovrà definire gli assetti globali del ‘post Kyoto’», come si legge sul sito istituzionale http://www.g8ambiente.it.
Si parlerà anche di «Tecnologie a basso contenuto di carbonio» con le conclusioni dell’Iea [International energy agency] e della Banca mondiale, per poi approvare la «Carta di Siracusa» finalizzata alla conservazione della biodiversità.

Per i movimenti che proprio in questi giorni hanno organizzato un controforum, con manifestazioni e incontri, questa sarà tutta una kermesse, una vetrina istituzionale perché, fino ad ora, le scelte del governo vanno in una direzione esattamente contraria agli intenti del vertice: dal nucleare alla gestione dei rifiuti, dagli inceneritori al Ponte sullo Stretto, «opera fondamentale e prioritaria» secondo Berlusconi, nonostante sia ormai chiaro che manchino i fondi.
Questa mattina a piazza Pancali, ad Ortigia, sono stati sistemati dai militanti del Wwf 1600 panda di cartapesta, simbolo degli ultimi rimasti in vita, che invaderanno il ponte Umbertino dell’isola. Ma le iniziative dei movimenti cominciano oggi pomeriggio in piazza Santa Lucia dove il «In marcia per il clima», una larga alleanza in cui convergono associazioni ambientaliste e non solo, la Cgil, Legambiente, Greenpeace, Wwf, Verdi e altri, ha organizzato l’evento che prende il nome di «Giustizia climatica e diritti dei popoli». Le iniziative in piazza, dove si terranno dibattiti, proiezioni e concerti, andranno avanti fino a mercoledì 22, giornata dedicata agli studenti, con un incontro sul tema dell’illegalità ambientale a cui parteciperanno giornalisti e scrittori impegnati nella lotta alle ecomafie.
E proprio i Verdi ieri hanno presentato le loro proposte che puntano ad un «new deal verde». «In Europa – ha detto Monica Frassoni, presidente dei Verdi al Parlamento Europeo – ci sono 3,5 milioni di green job e potrebbero diventare otto milioni di posti».
La giornata del 23 aprile dalle 14 invece vedrà protagonista il corteo organizzato dal «Contro G8», un cartello formato dai centri sociali, associazioni, sindacati di base, Rifondazione comunista e Pdci che stanno allestendo la loro sede in piazza Marcello Sgarlata.

Quello che chiedono i movimenti è di ripensare i modelli di vita e di produzione e consumo, investire sulle energie rinnovabili, sul riciclo dei rifiuti, il taglio dei gas serra, la riduzione del commercio delle quote di CO2, ma tutto ciò sembra non essere protagonista del programma dei «big». E la beffa è che il tutto si svolgerà proprio qui, a Siracusa, città ammalata d’inquinamento, dove i morti di tumore in provincia aumentano ogni anno come i neonati malformati. Una città vicina al triangolo industriale Priolo-Melilli-Augusta, altrimenti definito «triangolo della morte» a causa dei danni causati dalla costruzione di industrie chimiche, petrolchimiche e per la raffinazione del petrolio alla fine degli anni ’40.
Proprio vicino Siracusa incombe anche l’ombra di una centrale nucleare promessa dal ministro Prestigiacomo. «L’energia pulita per eccellenza è quella nucleare – ha detto i ministro – Spero porremo la prima pietra della prima centrale entro 5 anni». Daltronte, ha spiegato sempre il ministro, madrina del summit che a Siracusa è nata, «La gran parte dei paesi del G8 produce una parte della propria energia elettrica con le centrali nucleari, che comunque sono ad emissioni zero».
E oggi a Scanzano Jonico, in Basilicata, Greenpeace ha improvvisato un riuscitissimo blitz che ha trasformato il terreno candidato a diventare un sito di raccolta delle scorie nucleari in un parco giochi «per ricordare al ministro Prestigiacomo e al governo – hanno detto gli attivisti – che le scelte irresponsabili di questa classe politica stanno ipotecando il futuro dei nostri figli» denunciando come «Tanto le normative già in vigore quanto quelle in discussione [il Ddl 1195] introducono elementi di militarizzazione nella gestione delle scorie e nella localizzazione dei siti, minimizzando le garanzie del sistema di controllo di sicurezza».