L’Aquila torna in piazza

Il Governo non dimentica gli aquilani. E così decide di far slittare dal primo gennaio del 2011 il termine per la restituzione delle tasse sospese per il terremoto. In 60 rate.
Il Governo non dimentica gli aquilani, «e se pure le condizioni in cui il Paese si trova lo costringono alla politica dei piccoli passi, ciononostante tutti quei passi necessari farà, sia pure piccoli, di volta in volta, per trovare le soluzioni a cuore sia agli aquilani sia di tutti gli italiani», ha detto Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ieri in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

L’annuncio di Letta però non ha convinto affatto gli aquilani che, oggi pomeriggio alle 16, scenderanno di nuovo per le strade della città, per chiedere la proroga delle agevolazioni fiscali, nonostante la parziale sospensione delle tasse annunciata dal Governo.
C’è poi la questione della ricostruzione, ancora ferma e sul progetto C.a.s.e. [i complessi antisismici ecocompatibili] sta indagando la procura nazionale antimafia, insieme a quella abruzzese, sia sulla congruità dei costi, sia sulla realizzazione non corretta degli edifici.
Le «case di Berlusconi», insomma, cadono a pezzi. Lo documenta una relazione redatta lo scorso marzo dagli ingegneri dell’Ufficio tecnico del comune: «Si rendono evidenti segni di deterioramento degli edifici inaccettabili», si legge. In città poi 16 mila persone su 70 mila [tanti sono gli abitanti dell’Aquila] sono cassaintegrati, disoccupati e inoccupati, e circa 4 mila commercianti del centro storico sono fermi.
«Non ci sono i soldi nemmeno per saldare le spese di emergenza già effettuate, nessuna misura è stata presa per contrastare il tracollo economico – scrivono in un comunicato gli organizzatori della manifestazione -. Molti aquilani sono ancora costretti a risiedere fuori città, senza vedere nessuna prospettiva di rientro».

Una situazione drammatica che potrebbe aggravarsi ulteriormente adesso che «l’attenzione del Paese, attraversato da tanti gravi problemi, sta scemando, nonostante la straordinaria prova di solidarietà che abbiamo ricevuto da tutti gli italiani», scrive il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, in una lettera inviata lo scorso lunedì ai responsabili delle testate locali e nazionali, invitandoli ad andare a l’Aquila il prossimo 22 giugno per «raccontare una città che, in questo momento, non c’è più a tutte le italiane e a tutti gli italiani».

Il corteo di oggi pomeriggio partirà alle 16 dalla Villa Comunale e attraverserà la città. Ci saranno tanti cittadini, con le carriole e i trattori e bandiere nero-verdi, simbolo della città. «Un importante, se non unico test, per dimostrare agli aquilani ed all’Italia intera che a L’Aquila c’è un collettivo, una popolazione unita per un obiettivo comune: la Rinascita di una città e di un territorio fortemente colpito dal sisma del 6 aprile 2009», scrivono ancora gli organizzatori.

L’inchiesta su Acerra fa tremare il Cavaliere

49cba6e045aaa_zoom«Sono sereno, ho fatto il mio dovere». Bertolaso non è preoccupato per le inchieste che la magistratura sta portando avanti sulla gestione dei ciclo dei rifiuti in Campania e che vede coinvolti alcuni dei suoi collaboratori, in primis Marta De Gennaro, suo ex braccio destro.
«Sono serenissimo sia nella precedente esperienza che in questa, ho sempre fatto solo ed esclusivamente il mio dovere», ha aggiunto ieri Bertolaso durante una conferenza che ha tenuto ieri a Palazzo Salerno. Una sorta di bilancio a un anno dall’«emergenza rifiuti» in Campania. Una emergenza non ancora risolta.

L’emergenza nel Casertano ad esempio che, come ha sottolineato l’assessore comunale all’igiene urbana Luciano Luciano, «è tutta interna all’ex Consorzio Ce2, la ex GeoEco, che non riesce a tenere dietro ai bisogni ordinari della nostra città a causa della carenza di automezzi». Qui ieri sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare e sequestro emesse dal Gip nei confronti di Salvatore Belforte, capo dell’omonimo clan operante nel Casertano, e di altri quattro esponenti di spicco del clan. Tra i reati contestati: associazione per delinquere di stampo camorristico, traffico illecito organizzato di rifiuti e truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, estorsione, reati tutti aggravati dalla finalità dell’agevolazione mafiosa.
La provincia di Napoli è invasa dai rifiuti, a Marano, Giugliano, Quarto e Ercolano dove, spiega il sindaco Nino Daniele, «Per ora restano in strada per 24/48 ore al massimo, ma la situazione è destinata a peggiorare» e la raccolta differenziata non è mai stata avviata.

La «monnezza» ha raggiunto anche il capoluogo partenopeo nonostante «nelle discariche della Campania c’è ancora spazio per oltre tre milioni di metri cubi di tonnellate [di spazzatura ndr.], come ha detto Bertolaso.
Insomma, tutto questo dimostra che «il governo del fare», quello «con il quale in un anno abbiamo liberato Napoli e la Campania dai rifiuti, abbiamo mantenuto in Italia la nostra compagnia di bandiera, abbiamo garantito che nessuna banca sarebbe fallita, abbiamo difeso il credito delle famiglie e difeso i più deboli», come recitano gli spot elettorali che il premier ha registrato per le elezioni amministrative, non è mai esistito o, almeno, ha fallito.
A smentire il governo è il suo stesso sottosegretario Bertolaso che, sempre ieri, ha detto come a voler difendersi che il «termovalorizzatore è in fase di rodaggio». Si confuta così la tesi sostenuta dal premier che a Napoli, durante un vertice in prefettura lo scorso 27 aprile, aveva detto: «Il termovalorizzatore di Acerra funziona benissimo – e aggiungeva anche che – l’inquinamento è vicino allo zero».
Inquinamento vicino allo zero? Niente di più falso secondo «Medici per l’Ambiente» che ieri ha lanciato un appello in seguito alla notizia sullo sforamento dei livelli consentiti di polveri sottili, PM10, che provengono proprio dall’Inceneritore. Le tre centraline che controllano la qualità dell’aria hanno infatti rilevato sforamenti di 18 giorni a partire dal 23 marzo, quando la legge consente massimo 35 sforamenti all’anno.

Ma è proprio il filone delle indagini aperte su Acerra che attacca Bertolaso. «Siamo consapevoli che Acerra dà fastidio. Sappiamo bene che fuori dal termovalorizzatore ci sono gli squali, c’è chi vuole entrare, sabotare, ricattare». Poi denuncia come «rappresentanti della polizia giudiziaria chiedono documenti non sempre accompagnati dalle procedure d’uso e devo confessarvi imbarazzo perché interrogano generali a due tre stelle trattandoli come se avessero commesso chissà che cosa. A volte le domande che pongono sembrano formulate quasi per dare l’informazione che qualcuno è sotto controllo. Non abbiamo agende segrete, non rispondiamo a nessuno che non sia lo Stato italiano».

Maroni: “A Napoli i rom smaltiranno i rifiuti tossici”

E’ scaduto ieri il termine ultimo per la conclusione del censimento nei campi nomadi in Italia ed il ministro dell’Interno, Roberto Maroni ha annunciato che incontrerà già nella prossima settimana, i tre Commissari straordinari per “elaborare i dati raccolti”.

Maroni, che ha voluto sottolineare come la stessa Europa ha approvato il censimento che “è in linea con le normative Ue”, ha poi spiegato che i dati del censimento serviranno a giungere all’attuazione dei livelli minimi di assistenza, a piani di scolarizzazione e avviamento al lavoro e alle questioni legate all’igiene e alla sanità. Il traguardo sarà quello di giungere a campi attrezzati sul modello di quelli gia’ attivi in centri come Voghera. I percorsi, ha spiegato Maroni al Comitato, “sono essenzialmente due: il primo è il coinvolgimento dei nomadi nella costruzione di nuovi villaggi; il secondo è la costituzione di cooperative di servizi”.

A proposito delle iniziative riguardanti l’avviamento professionale dei nomadi Maroni ha informato il Comitato che il prefetto di Napoli ha siglato un accordo con le comunità che si occuperanno dello smaltimento dei rifiuti “Il prefetto – ha spiegato Maroni – ha firmato un accordo con alcuni residenti nei campi che si sono impegnati ad attuare, attraverso appunto la costituzione di una cooperativa di servizi, un’attività parallela a quella del commissario Bertolaso per lo smaltimento dei rifiuti tossico-nocivi che ancora ci sono in giro per la Campania”. Questo ha detto Maroni favorirà “una concreta integrazione”.