I superpoteri danno alla testa, quella di De Gennaro

Lo ha stabilito l’articolo 2, comma 3, dell’ordinanza firmata da Romano Prodi: il prefetto e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti Gianni De Gennaro può chiedere l’uso delle Forze armate per l’apertura e la protezione dei cantieri e dei siti per risolvere la situazione in Campania e per la raccolta e il trasporto dell’immondizia.
Lo aveva confermato De Gennaro in prima persona ai tanti comitati cittadini che si oppongono alla riapertura delle discariche elencate nel «piano anticrisi».
Stabilito e confermato. E questa mattina De Gennaro è passato all’azione.

Succede a Marigliano, in provincia di Napoli, un comune di 30 mila abitanti nell’agro nolano. I cittadini erano scesi per le strade, ancora una volta, per protestare contro la riapertura della discarica di Boscofangone dove ieri si è appreso saranno collocate le «ecoballe». Nient’altro che immondizia impacchettata nel cellophane. 30 mila, dice De Gennaro, da «stoccare provvisoriamente». Ma la gente si domanda se davvero tutta quella spazzatura sarà rimossa. Scendono per le strade: donne, uomini, anziani e bambini, per dare vita ad un sit-in pacifico. Sono circa duecento davanti i cancelli di Boscofangone. I camion delle ecoballe devono passare e con loro anche le ruspe, sono scortati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Caricano tutti, c’è persino una donna incinta. La chiamano «manovra di alleggerimento».
Tra i manifestanti c’è anche il sindaco, Felice Esposito Corcione: «Non posso più fermare la protesta dei cittadini che era pacifica, ma che si è esasperata quando hanno visto le ruspe in azione», ha detto.
Antonio era lì, lo abbiamo raggiunto per telefono. «Appena ho sentito le campane che suonavano per dare l’allarme sono accorso. Non crediamo più alle promesse delle istituzioni. Qui c’è un alto tasso di tumori, la falda acquifera e a circa tre metri e ci sono anche i fanghi tossici seppelliti. Sappiamo che l’immondizia deve essere messa da qualche parte ma questa non è una soluzione».
Quella di Marigliano una scena già vista a Serre [Salerno] lo scorso anno. Ma non solo.
Del resto è De Gennaro che deve gestire l’«emergenza». È lui che ha i «superpoteri»: l’ex capo della polizia, quello della mattanza di Genova, della Diaz.

Ieri dopo che i cittadini di Gianturco avevano occupato i binari della metropolitana per protestare, anche loro, contro l’invio di 39 mila ecoballe nell’ex Manifattura Tabacchi, li aveva ricevuti in Prefettura ed era stato irremovibile. Andremo avanti in ogni modo, aveva detto. Le ecoballe saranno trasferite «in brevissimo tempo, a giorni».

E oggi? In audizione davanti alla Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti De Gennaro ha illustrato i punti del suo Piano. Nel prossimi cento giorni, tanto resta del periodo da super-commissario, è necessario smaltire 1 milione di tonnellate di rifiuti. «Per gestire questa emergenza – ha spiegato–ho bisogno di soldi». Parla dell’«apporto prezioso» che le regioni stanno dando, anche se «irrilevante» rispetto all’emergenza. «Però mi ha aiutato a ripristinare un rapporto di fiducia e ad avviare un circuito virtuoso con le comunità locali», dice. E poi: «Tengo conto di tutte le richieste che mi vengono fatte dai sindaci, anche di quelle del sindaco di Marigliano, dove pure ci sono incidenti: così non andiamo avanti». E aggiunge: «Mi auguro che prevalga il buonsenso, perché da qualche parte dovremo pur mettere tutte queste tonnellate di spazzatura. Certo è che se la protesta si diffonde diventa un nonsenso”.

Stando a quello che succede il «rapporto di fiducia» di cui parla sembra non essere mai scattato.
Oggi è stata ancora una giornata di protesta: a Nola, a San Giorgio a Cremano, a Giugliano.
E lui cosa fa? Manda l’esercito, chiede più soldi, si lamenta della scarsa generosità delle regioni e parla di buonsenso.
A Marigliano il presidio continua con il sostegno dei sindaci della zona e di tante associazioni.

Come si spiega il «miracolo» di Salerno

Salerno non ha rifiuti per strada. E il sindaco, De Luca, è elogiato da tutti per questo. Come mai? Discariche, niente differenziata e una lettera a Bersani: dacci i Cip6 per l’inceneritore. da Carta n°2 – 2008

La propensione permanente al propagandismo più che alla concretezza dei problemi: la camorra in questa vicenda non c’entra niente. Aver chiuso le discariche dalla sera alla mattina senza un’alternativa è stato un atto di irresponsabilità, così come non aver realizzato un solo impianto di compostaggio e un solo termovalorizzatore». Così il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca [Pd], spiega l’incapacità dell’amministrazione regionale, guidata da Antonio Bassolino. De Luca, il primo sindaco d’Italia nella classifica stilata dal Sole 24 Ore sulla base del gradimento dei cittadini che vanta di questi tempi strade sgombre di rifiuti, un inceneritoreinvece lo vuole da tempo, e lo ha ottenuto grazie al piano di governo sui rifiuti. Inceneritore sarà, quindi a Salerno, in zona Cupa Siglia [oltre che ad Acerra, Napoli, e Santa Maria La Fossa, Caserta].

De Luca però ha fiutato che il business dei Cip6 [contributi alle fonti di energia «assimilabili» alle energie alternative, quali rifiuti e scarti del petrolio] non è più tale da quando, nella Finanziaria 2007, il governo ha dovuto recepire una direttiva europea che taglia i contributi a chi produce energia elettrica si, ma dai rifiuti.
Un escamotage però De Luca l’ha trovato, ossia appellarsi alle deroghe che il ministro per lo sviluppo economico, Pierluigi Bersani, potrebbe usare in caso di necessità [come dice la Finanziaria]. Ed è proprio quello che ha fatto, scrivendo una lettera al ministro: «Da un preliminare esame sulla fattibilità economica dell’opera – vi si legge–mi è stata rappresentata la necessità, per la sostenibilità dell’intervento, di poter beneficiare degli incentivi Cip6 da parte del soggetto gestore dell’impianto». Se Bersani darà l’ok questo agevolerà l’intervento di investitori privati, cioè di parassiti, che intascherebbero milioni di euro ,a garantire profitti a prescindere, come diceva Totò.
Come dovunque, anche a Salerno, il motore che fa andare avanti gli inceneritori, e deprime la raccolta differenziata, sono i famigerati Cip6. A rafforzare il tutto
Prodi, dai primi giorni di gennaio, ha conferito a De Luca il titolo di «Commissario ai rifiuti per la realizzazione del termovalorizzatore».

Per risolvere l’emergenza rifiuti, intanto, in provincia sarà ampliata la discarica di Macchia Soprana, nel comune di Serre, aperta nel luglio scorso. Da allora dagli ottanta ai centoventi Tir ogni giorno, ognuno dei quali sversa dalle trenta alle quaranta tonnellate di rifiuti.
Ma «come fa questo amministratore prodigio [De Luca ndr.] a mantenere la sua città pulita in un momento di tanta acuta crisi?». Se lo chiede, in una lettera, il consigliere comunale Fausto Morrone [Uniti per Salerno]: «Segnalo che Salerno è tra le città a più basso tasso di raccolta differenziata e il sindaco si è sempre opposto ad essa, fino a quando il Commissariato, e il sindacato, non l’hanno imposta con la istituzione di isole ecologiche».
Una delle denunce più inquietanti riguarda il credito, circa sette milioni di euro, non riscosso dal Consorzio di bacino Sa/2, che si occupa della costruzione e della gestione associata degli impianti di smaltimento dei rifiuti solidi urbani [Rsu]. Ossia, il Comune avrebbe accumulato 7 milioni di euro di debiti legati al ciclo dei rifiuti. «Nonostante i debiti non onorati dal comune di Salerno – continua la lettera – esso ha imposto un’aumento della Tarsu [la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ndr.] per l’anno 2008 di ben il 67 per cento».

Ecoballo e proteste contro il piano De Gennaro

Questa mattina per diverse ore i comitati civici di Benevento hanno bloccato la statale Appia, l’unica che collega Benevento, Caserta e Napoli, e ad intermittenza i binari della linea ferroviaria Napoli-Benevento per protestare contro la riattivazione della discarica «Tre Ponti» di Montesarchio, nel Sannio.
La discarica rientra nel piano approntato da super-commissario De Gennaro per uscire dall’«emergenza rifiuti» in Campania ed era stata già utilizzata in passato da Corrado Catenacci, ex commissario di governo, che dal 22 gennaio è indagato per i rifiuti stoccati al suo interno che sarebbero «non conformi a quanto prescritto dalla legge, dai regolamenti e ordinanze». Oggi, secondo il Piano, la discarica dovrebbe ospitare 21 mila tonnellate di immondizia. Oltre a Catenacci sono stati consegnati diversi avvisi di garanzia, tra cui a Angelo Sordelli, responsabile per la Fibe dell’impianto e Rocco Votta, dipendente del Commissariato di governo, addetto ai controlli presso la discarica.
«Era prevedibile che le proteste sfociassero nell’occupazione dell’Appia – ha commentato Antonio Izzo, sindaco della città–Non abbiamo più fiducia nelle istituzioni, perché non rispettano i patti stabiliti».

Gli abitanti di Montesarchio non sono gli unici a protestare contro il «piano anticrisi» di De Gennaro. Si protesta in tutta la regione ma soprattutto a Napoli e provincia. Ci sono i presidi dei cittadini a Villaricca che non vogliono la riapertura della discarica di Riconta e a Ariano Irpino, dove proprio questa mattina il sindaco, Domenico Gambacorta, ha ricevuto l’ordinanza per la riapertura della discarica di Difesa Grande.
Mobilitazioni anche a Gianturco. Qui, martedì scorso, i cittadini insieme al Centro sociale Officina 99 hanno occupato l’area dell’ex Manifattura Tabacchi dei Monopoli di stato. All’interno del grande capannone, ora dimesso, De Gennaro vorrebbe piazzare altra «monnezza». I cittadini invece propongono che sia usato come punto per la raccolta differenziata. Insomma vogliono che sia creata un’isola ecologica.
Dal primo giorno di occupazione si sono [auto]organizzati in presidio: si fanno i turni anche di notte attorno al fuoco, si pensa a cosa fare dei sacchi d’amianto che, loro, hanno scoperto abbandonati all’interno del fabbricato e poi allestiscono aree per la raccolta differenziata di carta, plastica e vetro. È un buon inizio.

E questa sera al capannone di via Galileo Ferraris arrivano gli artisti per «l’Eco-ballo». Alle 21 Daniele Sepe, Luciano Russo, la Contrabbanda e altri gruppi di musica popolare suoneranno gratuitamente all’interno dell’area per testimoniare la loro solidarietà agli abitanti della zona orientale di Napoli [Sant’Erasmo, Granturco e il rione Luzzatti].
«Ho partecipato a tutte le manifestazioni organizzate per la questione dei rifiuti in Campania – ci spiega al telefono Daniele Sepe, che stasera si esibirà con il suo sassofono al collo–Dare un segnale mi sembra una cosa doverosa, soprattutto nel momento in cui il mondo pseudo-intellettuale e artistico napoletano è abbastanza defilato rispetto alla questione. In tutta questa ‘bagarre’ di tristezza, fra un sacchetto e l’altro cerchiamo di portare un po’ di buonumore». Dopo il concerto è prevista anche una «passeggiata danzante» dentro il quartiere per raccogliere altro materiale da riciclare.

Anche venerdì i comitati dei vari quartieri di Napoli si riuniranno. Sono tanti: zona collinare, centro storico, Bagnoli, Vomero, Napoli est, Pianura e Pozzuoli e tutti nati per difendere la salute e l’ambiente. Sabato 26 invece si riuniranno tutti in una assemblea generale nel centro storico di Napoli, in piazza del Gesù, alle 17.
Mentre è fissata per lunedì 28 a Roma una «riunione d’emergenza» tra la Commissione europea, il governo e le regioni per valutare le misure già prese per far fronte alla crisi e valutare quelle più a lungo termine, ma anche per tentare di scongiurare dell’ennesima procedura Ue d’infrazione per il ciclo dei rifiuti.