Emergenza rifiuti a Roma. Inceneritori e discariche la soluzione?


L’emergenza rifiuti a Roma ha i giorni contati secondo il sindaco Gianni Alemanno.
Dopo aver dismesso i panni dell’inviato speciale in motocicletta, perlustrando i quartieri di Roma est e rassicurando i cittadini sulla fine dell’emergenza, pochi giorni fa il primo cittadino dichiarava in un incontro cittadino a Tor Marancia: “C’è l’intenzione di costruire un termovalorizzatore: a giorni, presumibilmente entro l’estate, avremo indicazioni da parte della Regione”.
Con la discarica di Malagrotta ormai satura, e per la quale la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione al Trattato, c’è chi non vede altra via che quella di inceneritori e discariche.
Ad esempio Francesco Smedile, presidente della commissione capitolina Riforme Istituzionali per Roma Capitale e consigliere Udc all’Assemblea Capitolina che dichiara in una nota: “La Capitale deve indicare una nuova discarica e programmare la realizzazione di più di un termovalorizzatore all’interno dei confini comunali”. “In 3 anni Comune e Regione possono realizzare nuovi impianti di termovalorizzazione – prosegue Smedile – dimensionati per la grandezza del territorio servito ed evitare i disastri che recentemente hanno coinvolto Napoli”.
“Roma non sta vivendo una fase di emergenza, sebbene sia da incoraggiare un serio dibattito sui termovalorizzatori quale strumento utile per eliminare e riutilizzare i rifiuti. Con Alemanno non si è voltata pagina ma si è cambiato libro!”, secondo Ludovico Todoni, consigliere del PdL dell’Assemblea capitolina e membro della commissione ambiente.

Ma dove si realizzerà la nuova discarica e l’inceneritore? L’alto Lazio – Ladispoli, Civitavecchia, Allumiere, Tolfa, Santa Marinella, Tarquinia, Monteromano e Cerveteri – ha bocciato l’ipotesi di una discarica nel territorio di Allumiere e, in una seduta dello scorso aprile, i comuni hanno deliberato di chiedere alla Commissione ambiente regionale un’audizione con carattere di urgenza per la modifica dell’ambito territoriale ottimale del piano dei rifuti approvato dalla Giunta.
Localizzare una discarica nella Provincia è infatti possibile secondo il Piano rifiuti della Regione che ha creato un unico Ato – ambito territoriale ottimale – diviso in cinque sub-Ato che corrispondono alle cinque provincie. C
osì, se prima Roma era obbligata a smaltire i suoi rifiuti all’interno del territorio comunale ora può spedire i rifiuti in provincia.
Una Malgrotta bis a Fiumicino? Il sindaco Mario Canapini non dice di no. “Noi non diciamo mai no a niente – ha dichiarato nei gironi scorsi – vogliamo sapere, conoscere, vedere e verificare, dopodiché ci pronunciamo. Come per lo sviluppo del sistema aeroportuale, non siamo pregiudizialmente contrari a nulla, solo che vogliamo conoscere quali sono i vantaggi, svantaggi”

“È ora di finirla nel proporre questo modello di gestione dei rifiuti, inquinante, obsoleto e fuori dall’Europa – spiega invece il presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio – e bisogna mettersi a lavorare per una gestione moderna del ciclo a cominciare dalla raccolta differenziata che è ormai evidente vada liberalizzata, come proponiamo noi Verdi da mesi, visto che Ama non vuole o non è in grado di gestirla. Con le tecniche attuali è possibile arrivare ad avere zero rifiuti chiudendo il ciclo con delle piccolissime discariche locali”.

Di lavoro ce n’è tanto in una città dove, per fare alcuni esempi, la tassa sui rifiuti è una delle più care d’Italia – ed è aumentata del 12% rispetto al 2010 – il sistema di raccolta “porta a porta” non c’è, come non esiste un impianto di compostaggio.
Intanto il prossimo 9 giugno la Federlazio ha convocato la serrata delle discariche rinviata nei giorni scorsi. Il differimento della serrata dovrà servire “per avviare a definitiva, concreta soluzione anche il debito dei comuni morosi – spiega una nota di Federlazio – non escludendo la corresponsabilità della stessa Regione e a rivedere l’obbligo iniquo che grava sulle aziende del settore, di versare l’ecotassa alla Regione prima ancora di aver incassato dai comuni il corrispettivo delle prestazioni effettuate”.

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