Allarme nucleare. Incidente alla centrale slovena di Krsko

Greenaction Transnational un’organizzazione transnazionale indipendente di Trieste lo aveva già denunciato più volte, anche sul suo sito: la centrale nucleare di Krsko, in Slovenia a 130 km dal confine italiano: “rappresenta uno dei maggiori rischi per la sicurezza dell’Italia settentrionale, dell’Austria meridionale (Carinzia), della Slovenia e della Croazia’’.

Oggi, verso le 13, l’incidente che però viene reso noto solo in prima serata. “Una perdita di refrigerante all’interno dell’edificio”, riferiscono le notizie ufficiali diramate dall’Apat (Agenzia protezione ambiente e dei servizi tecnici), che a sua volte le ha ottenute dalla Slovenia, presidente di turno dell’Unione Europea. Quello che si è verificato nella centrale nucleare di Krsko “è un incidente locale. La situazione è sotto controllo. Non c’è assolutamente nessun rischio per l’ambiente e per le persone”, ha riferito Maja Kocijancic, portavoce della presidenza di turno slovena.

Per ora nessuna fuga radioattiva, pare, anche se la Regione Lombardia e l’Arpa hanno avviato controlli straordinari con il sistema di rilevamento della radioattività ambientale mentre Greepeace non accetta le dichiarazioni tranquillizzanti delle autorità slovene ed europee e chiede che vengano effettuate delle “verifiche indipendenti del fatto che la situazione è davvero sotto controllo e che non c’è stata contaminazione all’esterno dell’installazione”. E aggiunge: “Questo è un avvertimento sulla minaccia che tutte le installazioni nucleari fanno pesare sulle popolazioni circostanti e anche oltre. Lo intendano coloro che stanno progettando di costruire altri reattori”.

Uno dei principali problemi dell’impianto scrive Greenaction Transnational “è costituito dalle incrinature dei generatori di vapore che determinano perdite (con fuoriuscita di radionuclidi che vengono dispersi nell’atmosfera). Ma ce ne sono altri, ad esempio il rischio sismico. ‘”Il sito di Krsko – secondo l’associazione – è infatti uno dei meno adatti per localizzarvi una centrale nucleare vista la presenza di faglie (cancellate nello studio geologico prodotto per il progetto). Altro grave problema per la sicurezza, secondo Greenaction Transnational, “è quello relativo allo smaltimento delle scorie radioattive”. Secondo l’associazione infatti la Slovenia “non ha una destinazione finale per i rifiuti nucleari, ma solo due siti di stoccaggio temporaneo, e la questione di una soluzione definitiva per i rifiuti prodotti nella fase operativa e dallo smantellamento (previsto dopo il 2024) è stata differita al termine del funzionamento dell’impianto”.

‘’Nonostante questa situazione tuttaltro che tranquillizzante – conclude l’associazione ambientalista – il governo sloveno sta valutando la possibilità di ampliare la centrale sostituendo il vecchio reattore che esaurirà la sua vita operativa entro il 2030, con uno nuovo di potenza di almeno 1.000 Mw. Krsko 2 avrebbe il vantaggio di appartenere esclusivamente alla Slovenia (la vecchia centrale e’ un’eredità della vecchia Jugoslavia ed e’ stata divisa tra Slovenia e Croazia) senza quindi gli attuali condizionamenti sulla fornitura di energia previsti dagli attuali accordi con la Croazia”.

In Bulgaria a Belene, dove sono attivi due dei sei reattori della centrale di Kozloduy il governo di Sofia ha lanciato una gara d’appalto per la costruzione di una nuova centrale atomica. L’asta è stata vinta dalla russa Atmostroyexport e ha un valore di 4 miliardi di euro per 1.000 megawatt di potenza. La costruzione della nuova centrale nucleare bulgara sul Danubio, comincerà il primo agosto, con la partecipazione dell’italiana Enel. Diverse le analogie con la centrale nucleare di Krsko, come sostiene anche il movimento «BeleNè» [No alla centrale]. Anche questo è stato classificato come uno degli impianti più pericolosi al mondo e mai sperimentati prima. Perché? La sua costruzione avverrà in una zona ad elevato rischio sismico dove, già nel 1977 un forte terremoto, provocò la morte di un centinaio di persone.

Siamo sicuri di voler tornare al nucleare “in cinque anni”, come dice Scajola? Lo vedremo. Intanto un ampio cartello di associazioni ambientaliste e non, marcerà per il clima e contro il nucleare il 7 giugno a Milano. Il corteo parte alle 15 da piazza San Babila. Alle 13,30 una biciclettata/criticalmass per le vie del centro.